Teleassistenza e PNRR, tutto quello che c’è da sapere.
L’Italia è la nazione con il più alto numero di over 65 in Europa. La popolazione anziana in Italia è in costante aumento da diversi decenni, grazie alla maggior aspettativa di vita e alla diminuzione della fertilità. Secondo i dati ISTAT, nel 2021 la popolazione italiana è stata stimata in circa 60.4 milioni di persone, di cui il 23.3% ha 65 anni o più. Inoltre, il 14.9% ha un’età compresa tra i 55 e i 64 anni.
Le regioni italiane con la maggior percentuale di anziani sono il Friuli-Venezia Giulia (28.7%) e la Liguria (28.4%), mentre quelle con la minore percentuale sono la Campania (19.1%) e la Calabria (20.2%). Le proiezioni indicano che la percentuale di anziani continuerà a crescere negli anni a venire, raggiungendo il 34.3% nel 2065. Questo significa che il numero di anziani in Italia aumenterà notevolmente, superando i 22 milioni di persone.
Molte di queste persone vivono sole nelle proprie abitazioni ed è inevitabile che in un contesto del genere cresca il bisogno di monitorare ed assistere tempestivamente quelle più in difficoltà. Per comprendere meglio tali dinamiche e le più recenti evoluzioni dei sistemi di teleassistenza abbiamo scambiato due chiacchiere con Marco Belleri, coordinatore vendite e marketing di Irbema che segue il mercato fin dagli albori.
Marco, per iniziare vuoi precisare che cosa si intende con il termine teleassistenza e quali sono i suoi vantaggi?
La teleassistenza è una tecnologia che sta diventando sempre più diffusa in Italia, grazie ai suoi molteplici benefici per gli anziani e le persone con disabilità. La teleassistenza consiste nell’utilizzo di dispositivi tecnologici per fornire assistenza a distanza, monitorare lo stato di salute e garantire una maggiore sicurezza nelle abitazioni.
I servizi di teleassistenza in Italia comprendono la fornitura di dispositivi tecnologici, come sensori di movimento, pulsanti di emergenza e telecamere, che consentono di monitorare costantemente lo stato di salute delle persone assistite e fornire supporto in caso di emergenza. Inoltre, la teleassistenza può includere anche la fornitura di servizi di assistenza domiciliare, come la somministrazione di farmaci o la preparazione dei pasti.
Uno dei principali vantaggi della teleassistenza è che permette alle persone anziane o con disabilità di restare autonome e di continuare a vivere nelle proprie abitazioni, evitando così l’ingresso in strutture di assistenza. Inoltre, la teleassistenza riduce i costi per il sistema sanitario e garantisce un supporto costante alle persone che ne hanno bisogno.

Dal punto di vista normativo com’è invece la situazione in Italia?
In Italia, la teleassistenza è stata introdotta nel 1997 e normata a livello nazionale dalla legge 328/2000 (Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali) che, tramite il Servizio Sanitario Nazionale, prevede la fornitura di servizi di teleassistenza a domicilio per anziani e persone con disabilità. Questi servizi sono forniti dai Comuni e dalle Regioni, che gestiscono i servizi di teleassistenza attraverso apposite aziende o enti.
Possiamo affermare che il mercato italiano della teleassistenza sia in crescita?
Sicuramente. La teleassistenza in Italia sta diventando sempre più popolare, grazie anche alla crescente diffusione di tecnologie come gli smartphone e gli smartwatch, che consentono di monitorare lo stato di salute a distanza e fornire assistenza immediata in caso di emergenze.
E rispetto all’Europa? A che punto siamo?
Nonostante i numerosi vantaggi, la teleassistenza in Italia non è cresciuta come nel resto d’Europa. Tra le cause va citata la difficoltà di alcuni anziani nell’utilizzo delle tecnologie, nonché il rifiuto del servizio allorché l’utilizzo di dispositivi tecnologici per il monitoraggio delle attività quotidiane viene visto come una violazione della privacy.

Solitamente chi sono i soggetti erogatori dei servizi di teleassistenza? Enti pubblici o privati?
In Italia ad oggi il servizio di teleassistenza, telesoccorso e telecontrollo viene erogato per lo più da Regioni, Comuni, Farmacie comunali e Aziende Speciali, mediante l’affidamento operativo del servizio a CRI, Anpas, Misericordie, Enti di volontariato, Onlus, ecc.
Il costo è quasi sempre a carico dell’ente erogatore, ma in alcuni casi il costo mensile dipende dall’ISEE dell’anziano. Sono pochissimi invece i casi in cui il servizio è proposto direttamente da:
- Istituti di Vigilanza armati e non armati
- Società Call Center specializzate in telesoccorso
- Società di Assistenza alla Persona
Il PNRR sembra poter dare un contributo decisivo per lo sviluppo del mercato italiano, come sarà il nuovo modello di teleassistenza?
Grazie al PNRR il modello di Teleassistenza (analogica) oggi esistente inizierà entro la fine del 2023 ad essere sostituito da un modello di Teleassistenza Digitale in compliance con la normativa di riferimento europea. I progetti previsti per l’ottenimento dei fondi europei del PNRR includono l’upgrade della tecnologia da analogico a digitale e l’affidamento del servizio a provider dotati di personale, tecnologia e certificazioni adeguate.
Tale nuovo modello (tra l’altro in linea con i modelli già esistenti negli altri paesi europei quali Spagna, Germania, Regno Unito, ecc.) non potrà vedere come provider gli attuali enti non profit né tantomeno i call center privati non certificati. Riteniamo infatti che in Italia l’unico operatore in grado fin da subito di erogare operativamente il servizio di Teleassistenza sia l’Istituto di Vigilanza, in virtù della capacità tecnica e delle certificazioni di cui è dotata.
Nello specifico a chi si rivolge l’investimento e quali sono i principali obiettivi?
L’investimento mira a rendere la casa il primo luogo di cura, assistenza domiciliare e teleassistenza. Nello specifico, l’obiettivo è quello di incrementare il volume delle prestazioni in assistenza domiciliare, raggiungendo il 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni entro il 2026. In particolare, è proprio la fascia di pazienti over 65 con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti il target a cui si rivolge principalmente l’investimento.
Credi che queste iniziative possano realmente contribuire all’autonomia e all’indipendenza delle persone più fragili?
Lo spero davvero. Personalmente credo che solo integrando assistenza sanitaria domiciliare e interventi di tipo sociale si potrà realmente raggiungere la completa autonomia di anziani e disabili presso le proprie abitazioni. Ovviamente per rendere possibile tutto ciò, sarà fondamentale il contributo di strumenti di domotica, telemedicina, telemonitoraggio e teleassistenza.
L’investimento mira a:
- Identificare un modello condiviso per l’erogazione delle cure domiciliari che sfrutti al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie (come la telemedicina, la domotica, la digitalizzazione)
- Realizzare presso ogni Azienda Sanitaria Locale (ASL) un sistema informativo in grado di rilevare dati clinici in tempo reale
- Attivare 602 Centrali Operative Territoriali (COT), una in ogni distretto, con la funzione di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, assicurando l’interfaccia con gli ospedali e la rete di emergenza-urgenza
- Utilizzare la telemedicina per supportare al meglio i pazienti con malattie croniche
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